SVILUPPO DEL NAZIONALISMO e dell’irredentismo di matrice italiano nella Venezia Giulia e Istria, nella seconda metà dell’800.
NAZIONALISMO: nella prima metà dell’800, il N. indicava “la nazione come comunità di sentimenti e di interessi coesistenti pacificamente e pariteticamente con altre nazioni (tipica è la combinazione di N. e solidarietà internazionale in Mazzini).
Nella seconda metà dell’800 il N. assume aspetti strettamente connessi alla reazione interna contro la democrazia parlamentare, e spinte verso l’espansionismo delle potenze europee, impegnate in una gara di supremazia e in una proiezione degli interessi nazionali (colonialismo). Il punto di svolta fu l’unificazione tedesca del 1870 che sconvolse l’equilibrio europeo e accelerò la decomposizione degli imperi multinazionali austro-ungarico e ottomano. In Italia si presentò inizialmente come movimento culturale elitario, letterario ed estetizzante, con D’Annunzio, verso la fine dell’800, a cui seguì una fase più propriamente politica che portò all’elaborazione di una dottrina legata ai nomi di E. Corradini, L. Federzoni, F. Coppola, A. Rocco, sostanzialmente antidemocratica, antisocialista, antiparlamentare, imperialista e filo protezionista. Partendo dall’assunto che non erano ipotizzabili società superiori e più ampie della società nazionale, i nazionalisti vedevano i rapporti tra le nazioni come puri rapporti di potenza e spostavano il conflitto di classe sul piano internazionale, come confronto anche armato, fra le nazioni “proletarie” e le nazioni più “ricche” portatrici di civiltà. Gli effetti concreti, sostenuti da una incessante campagna propagandistica, si ebbero con gli interventi nella guerra di Libia (1911-1912), nella prima Guerra Mondiale, nella “vittoria mutilata”.
Il N. ebbe il suo strumento organizzativo nell’Associazione Nazionale Italiana, fondata a Firenze nel 1910, poi trasformata in Partito e confluita nel fascismo nel febbraio del 1923.
IRREDENTI giuliani e trentini
OBERDANK GUGLIELMO patriota (Trieste 1858-1882). A Vienna per studio (1877), fuggì a Roma (1878), per sottrarsi al servizio militare quando l’Austria mobilitò per occupare la Bosnia Erzegovina. Deciso ad attentare alla vita dell’imperatore Francesco Giuseppe, partì per TS (1882), con l’istriano Donato Ragosa, ma fu arrestato dalla polizia austriaca mentre Ragosa riusci a fuggire. Processato, fu impiccato.
SAURO NAZARIO patriota (Capodistria 1880- Pola 1916), capitano della marina austriaca, sostenitore dell’irredentismo istriano, nella GM I passò alla marina italiana: In missione nel golfo del Quarnaro per colpire alcune postazioni austriache fu catturato e identificato come cittadino austriaco e impiccato per alto tradimento.
FILZI FABIO patriota (Pisino d’Istria 1884- Trento 1916), irredentista, arruilatisi nell’esercito italiano nella GM I fu catturato dagli austriaci e impiccato con Cesare Battisti.
BATTISTI CESARE patriota (Trento 1875-1916), politico irredentista fece studi universitari a Firenze dove elaborò le sue dottrine democratiche e socialiste. Rientrato a TN le propagandò sul quotidiano “Il popolo” propugnando l’indipendenza delle minoranze italiane sotto dominazione austriaca. Allo scoppio della I Guerra Mondiale disertò arruolandosi volontario tra gli alpini italiani. Nel 1916 fatto prigioniero dagli austriaci fu condannato a morte per alto tradimento nel castello del Buon Consiglio.
CHIESA DAMIANO patriota (Rovereto 1884-Trento 1916), arruolatosi nell’esercito italiano, catturato dagli austriaci fu condannato a morte.
SITUAZIONE ETNICA nell’area giuliana tra il 1910 e il 1921.
Come si evince dal censimento del 1910, nella Venezia Giulia vivevano poco meno di 500.000 italiani, 400.000 sloveni e 100.000 croati. A Trieste in particolare, nel 1921, erano presenti 230.000 abitanti, 120.000 italiani nativi, 40.000 italiani del regno (funzionari, militari, insediati dopo il 1918), 60.000 sloveni, e 10.000 austriaci.